|
Negli ultimi anni
vi è un'attenzione crescente per le dislipidemie nella prevenzione
cardiovascolare, giustificata da numerosi studi che dimostrano da una
parte che la stretta relazione tra lipidi, placca ateromasica e processi
di infiammazione è modulabile dalla terapia medica, e da importanti
studi clinici che sottolineano un ruolo centrale dell'assetto lipidico
nel condizionare il rischio vascolare. Inoltre risultati ottenuti da trials
clinici hanno evidenziato l'importanza del trattamento dietetico o farmacologico
della dislipidemia nella prevenzione degli eventi acuti.
Il convegno che ci si prefigge di svolgere è un incontro che, con
cadenza annuale, focalizza ogni volta un particolare aspetto delle dislipidemie.
Il tema di quest'anno è centrato sulla placca ateromasica, dai
processi fisiopatologici alle sue manifestazioni emodinamiche e cliniche
in due distretti di particolare rilevanza: quello arterioso periferico
e quello vascolare cerebrale.
L'infiammazione e i processi che portano all'aterosclerosi sono mediati
da numerosi recettori e da pathways intracellulari che verosimilmente
sono differentemente coinvolti nei meccanismi d'inizio o di destabilizzazione
della placca. Il fattore di trascrizione intracellulare NF-kB può
essere coinvolto mediante stimoli sui recettori AT1, sulla produzione
di citochine proinfiammatorie quali ad es. il TNFalpha. Nei processi di
destabilizzazione della placca un ruolo decisivo è svolto dalle
metalloproteinasi e dalla loro modulazione tramite ProstaglandineE, come,
verosimilmente, da fenomeni di neovascolarizzazione intraplacca. Inoltre,
i recettori RAGE, perlomeno nel diabete, sembrano mediare aspetti associati
con un fenotipo della placca instabile. Studi sperimentali rilevano poi
un possibile ruolo dei farmaci anti-dislipidemici quali le statine sulla
tendenza alla formazione di trombi, sia nel versante arterioso che in
quello venoso. Dal punto di vista emodinamico, il processo ateromasico
si manifesta come rigidità vascolare: saranno discussi l'importanza
dal punto di vista fisiopatologico dello studio della pressione arteriosa
centrale vs quella periferica e l'importanza clinica dell'indice caviglia-braccio.
L'indice caviglia-braccio è un indice di facile esecuzione e, quando
alterato, correla in modo rilevante con la gravità della malattia
vascolare periferica e con gli eventi vascolari. In particolare, una relazione
sarà condotta con notizie pratiche su come valutare in ambulatorio
questo parametro. La vasculopatia periferica è una malattia invalidante,
frequente, ma soprattutto si è rivelata negli ultimi anni come
un fortissimo predittore di eventi acuti sia cardiaci che cerebrali. Verranno
poi chiarite le indicazioni ad esami strumentali riguardo alla vasculopatia
periferica e dei vasi sopraaortici, nel paziente cronico e acuto, sia
rivolte ad una aspetto pratico (indicazioni cliniche attuali), sia evidenziando
lavori sperimentali e prospettive future quale la spectMRI della placca.
La terapia è quella della modificazione degli stili di vita finalizzata
alla prevenzione dei fattori di rischio, da effettuarsi prima ancora che
si sviluppi l'aterosclerosi e il conseguente danno d'organo, quale la
vasculopatia periferica e dei vasi sovraaortici: tuttavia la presenza
di danno già evidente, soprattutto se accompagnato a manifestazioni
cliniche (claudicatio, TIA), è associato ad elevatissimo rischio
cardio-cerebrovascolare e necessita della riduzione drastica dei fattori
di rischio, con finalità di terapia per quanto riguarda la dislipidemia
di raggiungere valori di LDL-c al di sotto di 100 mg/dl. Inoltre recenti
studi hanno dimostrato che la terapia con statine, soprattutto in pazienti
in cui i markers sistemici di infiammazione erano elevati, sono in grado
di ridurre la mortalità in pazienti che si presentavano con i segni
della vasculopatia periferica. Pertanto saranno anche chiariti e poi discussi
con colleghi operanti sul territorio le indicazioni italiane al trattamento
in regime di esenzione per i pazienti con danno d'organo e con dislipidemia
su base familiare. Infine, il trattamento farmacologico dell'ipertensione
può anche tener conto, soprattutto in pazienti in cui il controllo
metabolico è di primaria importanza, di aspetti farmacodinamici
inerenti alla modulazione del metabolismo dei glucidi e dei lipidi.
Due relazioni saranno poi improntate ad aspetti interventistici: in una
il chirurgo vascolare descriverà le indicazioni e le tecniche di
intervento e nell'altra il neurologo evidenzierà
il percorso clinico-terapeutico del paziente con ictus ischemico nella
fase acuta.
|