NORMALIZZAZIONE
DELLA GLICEMIA E SOPRAVVIVENZA DOPO INFARTO MIOCARDICO
Glucose Normalization
and Outcomes in Patients With Acute Myocardial Infarction
Kosiborod M, Inzucchi SE, Krumholz HM, Masoudi FA, Goyal A, Xiao L, Jones
PG, Fiske S, Spertus JA.
Arch Intern Med 2009;169;5:438-46
Abstract:
BACKGROUND: Elevated blood glucose levels on admission
are associated with increased mortality in patients with acute myocardial
infarction. Whether glucose normalization after admission is associated
with improved survival remains controversial. In addition, whether outcomes
differ in patients who have spontaneous resolution of hyperglycemia vs
those who achieve normoglycemia after treatment with insulin is also unknown.
METHODS: We studied 7820 hyperglycemic (admission glucose level, >
or =140 mg/dL [to convert glucose to millimoles per liter, multiply by
0.0555]) patients with acute myocardial infarction hospitalized between
January 1, 2000, and December 31, 2005, in 40 US hospitals. Patients were
stratified according to their mean glucose levels after admission and
were divided into those who did and did not receive insulin therapy. Multivariable
logistic regression models were developed to examine whether lower glucose
levels after admission are independently associated with better survival.
Propensity-matching methods were then used to compare in-hospital mortality
in patients who did and did not receive insulin therapy. RESULTS: After
multivariable adjustment, lower mean postadmission glucose levels were
associated with better survival (for mean postadmission glucose levels
of 110 to <140, 140 to <170, 170 to <200, and > or =200 mg/dL,
the odds ratios [95% confidence intervals] were 2.1 [1.3-3.5], 5.3 [3.0-8.6],
6.9 [4.1-11.4], and 13.0 [8.0-21.3], respectively, vs <110 mg/dL).
Similar results were seen in patients who did and did not receive insulin
therapy (P =.74 for insulin therapy x postadmission glucose level interaction).
In propensity-matched analysis, mortality rates were similar between insulin-treated
and non-insulin-treated patients across the spectrum of mean postadmission
glucose levels (range, P = .15 to P = .91). CONCLUSIONS: Glucose normalization
after admission is associated with better survival in hyperglycemic patients
hospitalized with acute myocardial infarction whether or not they receive
insulin therapy. A strategy of intentional glucose lowering with insulin
therapy needs to be further tested in future randomized controlled trials
Commento:
Uno stretto controllo della glicemia può
migliorare la prognosi dopo un infarto acuto del miocardio (IMA)? Se lo
sono chiesti i ricercatori di 40 centri americani che hanno recentemente
pubblicato le loro esperienze sugli Archives of Internal Medicine (1).
Le linee guida delle società americane di cardiologia (2,3) raccomandano
uno stretto controllo glicemico in pazienti con IMA, ma ci sono risultati
discordanti derivanti da esperienze cliniche "sul campo", come
sottolineato da una recente "posizione scientifica" dell'American
Heart Association su iperglicemia e sindrome coronarica acuta (4): non
è stabilito in modo inequivocabile se la normalizzazione della
glicemia migliori la prognosi di pazienti con IMA, né quale livello
glicemico sia associato alla minor mortalità; rimane da comprendere
se la terapia insulinica apporti miglioramenti oltre alla sua capacità
di ridurre la glicemia e se vi siano implicazioni prognostiche dalla normalizzazione
della glicemia ottenuta da trattamento non insulinico.
Per cercare una risposta a tali quesiti sono stati studiati 7820 soggetti
con iperglicemia (>140mg%) ricoverati per IMA in 40 ospedali statunitensi,
stratificandoli per livello di glicemia e per trattamento ricevuto (insulina;
no insulina). Dopo gli opportuni aggiustamenti statistici si è
osservato che il minor livello medio di glicemia post-ricovero era associato
ad una prognosi migliore (glicemie medie post-ricovero da 110 a <140,
da 140 a <170, da 170 a <200 e glicemie >200 mg/dL mostravano
Odds Ratios di 2.1, 5.3, 6.9 e 13.0 rispettivamente verso glicemie <110
mg/dL). Risultati simili furono osservati in pazienti che ricevevano o
no terapia insulinica (P=0.74). Anche i tassi di mortalità risultarono
simili tra gli insulino-trattati e i pazienti non trattati con insulina
valutando le glicemie medie post-ricovero ( P variabile da 0.15 a 0.91).
Gli Autori hanno poi rilevato una eccellente correlazione tra il livello
di glicemia post-ricovero e mortalità intra-ospedaliera, con range
ottimali tra 80 e 130mg/dL.
Il limite di questo lavoro, peraltro, è la raccolta "a posteriori"
dei dati. Considerevole, comunque, la percentuale di diabetici (circa
50%); il 39% dei soggetti studiati (n=3049) fu trattato con insulina,
considerando però come "trattamento insulinico" qualsiasi
tipo di terapia insulinica somministrato al paziente in modo "non
randomizzato", indipendentemente dalla durata del trattamento e dalla
via terapeutica utilizzata (infusione endovenosa, terapia sottocutanea
di insuline ad azione rapida o ad azione prolungata). Le glicemie risultarono
più elevate (all'ingresso) per gli insulino-trattati (rispetto
a coloro non trattati con insulina) con glicemia media all'ingresso di
280 vs. 202mg/dL (P<0.001). E' pur vero che gli insulino-trattati ottennero
una maggior riduzione della glicemia (-98 vs -60 mg/dL, rispettivamente,
con P<0.001), ma il loro livello di glicemia post-ricovero rimase mediamente
più alto rispetto a coloro non trattati con insulina (181 vs 143
mg/dL, rispettivamente, con P<0.001), così come elevate risultarono
le loro glicemie al termine del periodo di ricovero (165 vs 135 mg/dL,
rispettivamente, con P<0.001).
Le informazioni che offre questo studio, però, supportano la convinzione
che un miglior controllo della glicemia possa migliorare la prognosi dei
pazienti ricoverati per IMA, indipendentemente da come tale risultato
può essere ottenuto. Gli Autori ritengono, infatti, che sia il
livello di glicemia "per se" più che la terapia insulinica,
il predittore prognostico migliore in pazienti ricoverati per IMA. Pur
con le ovvie diversità "strategiche", ciò è
di conforto per i diabetologi, dopo la recente pubblicazione di studi
(ACCORD, ADVANCE) in cui trattamenti ipoglicemizzanti intensivi in diabetici
tipo 2 non erano riusciti ad ottenere riduzione degli eventi macrovascolari
(5,6) Data la natura "retrospettiva" dell'attuale osservazione,
peraltro, alcuni fattori confondenti residui non possono essere esclusi;
per esempio non c'è stata una stratificazione per alcune variabili,
come la frazione di eiezione ventricolare o lo slivellamento del segmento
ST. Inoltre non si può stabilire una connessione causale tra la
normalizzazione della glicemia e il miglioramento della prognosi, intendendo
affermare, con ciò, che la riduzione della glicemia possa essere
un "marker" di miglioramento piuttosto che un mediatore prognostico
favorevole, indipendentemente dal trattamento insulinico effettuato. Infine
il limitato periodo di follow-up non permette di valutare una prognosi
a lungo termine: per dare risposta a questi quesiti è necessario
sviluppare studi specifici di tipo randomizzato controllato.
Bibliografia
1) Kosiborod M, Inzucchi SE, Krumholz HM, Masoudi FA, Goyal A, Xiao L,
Jones PG, Fiske S, Spertus JA. "Glucose Normalization and Outcomes
in Patients With Acute Myocardial Infarction" Arch Intern Med. 2009;169(5):438-446
2) Antman EM, Anbe DT, Armstrong PW, et al. ACC/AHA guidelines for the
management of patients with ST-elevation myocardial infarction: a report
of the American College of Cardiology/American Heart Association Task
Force on Practice Guidelines (Committee to Revise the 1999 Guidelines
for the Management of Patients With Acute Myocardial Infarction). J
Am Coll Cardiol. 2004;44(3):E1-E211.
3) Anderson JL, Adams CD, Antman EM, et al; Society for Academic Emergency
Medicine. ACC/AHA 2007 guidelines for the management of patients with
unstable angina/non ST-elevation myocardial infarction: a report of the
American College of Cardiology/American Heart Association Task Force on
Practice Guidelines (Writing Committee to Revise the 2002 Guidelines for
the Management of Patients With Unstable Angina/Non ST-Elevation Myocardial
Infarction): developed in collaboration with the American College of Emergency
Physicians, the Society for Cardiovascular Angiography and Interventions,
and the Society of Thoracic Surgeons: endorsed by the American Association
of Cardiovascular and Pulmonary Rehabilitation and the Society for Academic
Emergency Medicine [published correction appears in Circulation. 2008;117(9):e180].
Circulation.
2007;116(7):e148-e304.
4) Deedwania P, Kosiborod M, Barrett E, et al; American Heart Association
Diabetes Committee of the Council on Nutrition, Physical Activity, and
Metabolism. Hyperglycemia and acute coronary syndrome: a scientific statement
from the American Heart Association Diabetes Committee of the Council
on Nutrition, Physical Activity, and Metabolism. Circulation. 2008;117(12):1610-1619.
5) Action to Control Cardiovascular Risk in Diabetes (ACCORD) Study Group;
Gerstein HC, Miller ME, Byington RP, et al. Effects of intensive glucose
lowering in type 2 diabetes. N
Engl J Med. 2008;358(24):2545-2559 Abstract e diapositive.
6) ADVANCE Collaborative Group; Patel A, MacMahon S, Chalmers J, et al.
Intensive blood glucose control and vascular outcomes in patients with
type 2 diabetes. N
Engl J Med. 2008;358(24):2560-2572 Abstract e diapositive.
Antonio C. Bossi
- U.O. Malattie Metaboliche e Diabetologia, A.O. "Ospedale Treviglio-Caravaggio"
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